Artistica-Mente (A-M)

Collana di studi e ricerche per la storia delle arti e degli artisti

Pubblicazioni delle serie I, II e III a cura della Art Foundation


A-M Serie I

Monografie

Maria Luisi

LA CAPPELLA MUSICALE DELLA CATTEDRALE DI NARNI

A-M, I, 1

Prefazione di Giancarlo Rostirolla, con una Premessa di Luigi Carlini.

Studio documentato che evidenzia il passaggio a Narni di numerosi maestri di cappella e cantori che si affermeranno in seguito nelle maggiori Cappelle romane e di altre importanti città.

ISBN 978-88-942306-6-6

Un volume in brossura di pp. XVI + 164, con ill. a colori e b. e n., Tavola sinottica, Appendici documentarie e Indice dei nomi.

EDIZIONI TORRE D'ORFEO - ROMA®, 2020
€ 15,00

Dalla Prefazione:

Analogamente ad altri centri cittadini di antica fondazione, sparsi nello Stato pontificio, anche Narni, grazie a questo studio di Maria Luisi, può oggi documentare una vita musicale di tutto rispetto, creatasi e sviluppatesi nel tempo per la presenza di importanti famiglie nobile e borghesi, e grazie anche all’attività liturgico-musicale svoltasi nell’ ambito della cattedrale e dei luoghi spirituali ad essa circostanti. […] La ricerca di Maria Luisi si è concentrata , in assenza di altre fonti amministrative, sulla documentazione istituzionale rappresentata da quattro codici manoscritti riunenti i verbali dei canonici della Cattedrale, ovvero dei religiosi (appartenenti alle migliori famiglie narniensi) che avevano la cura di tutti gli aspetti concernenti il tempio e i suoi riti, dall’amministrazione al cerimoniale, fino alla presenza della musica, parte fondante della liturgia. […] In definitiva questa esemplare ricerca fornisce un ampio affresco sulla realtà storica della Narni musicale del Seicento e nel contempo offre alla musicologia molti dati inediti alla biografia e alle fasi cronologiche e di attività di diversi importanti compositori del tempo.


Francesco Luisi

BAROCCO, D'INCANTO
Tomo I: L'emulo e l'archetipo. Il Barocco romano a Narni 
Tomo II: La Quadreria Sacripante. Sulla scia del Barocco
2 voll, con CD allegato, con Presentazione di Luigi Carlini, Prefazioni di Giovanni Carbonara e Federica Zalabra
A-M, I, 2

Ampia e documentata monografia dedicata allo studio della monumentalità barocca realizzata nella cattedrale di Narni tra il 1642 e il 1726 ad opera degli architetti romani Zaccarelli, Legendre, Paglia, De’ Rossi per l’altare maggiore con baldacchino, Confessione e cripta, e di Carlo Rainaldi per l’altare della Beata Lucia. A queste opere offrì il suo contributo di completamento Nicola Michetti, architetto del cardinale Giuseppe Sacripante. Di quest’ultimo il secondo volume affronta la formazione della quadreria di famiglia, nella quale erano confluiti i bozzetti delle opere di Luigi Garzi e di Francesco Trevisani che completano la cappella con l’altare di Rainaldi, della cui attitudine di musicista l’opera offre anche un saggio magistrale attraverso un CD realizzato dai “Barocchisti” diretti da Diego Fasolis.

ISBN 978-88-942306-7-3

Due volumi indivisibili in elegante cofanetto rigido, rilegati in imitlin con sovraccoperta, in carta patinata. Tomo I di pp. XII + 344, con 91 illustrazioni numerate e 67 non numerate n. t. e 9 tavole f. t.. Tomo II di pp. VI + 250 con 139 illustrazioni n. t. (figure numerate e particolari di tavole) e XLV tavole f. t.

Allegato un CD contenente l’incisione di due cantate di Carlo Rainaldi, architetto e musico “virtuoso” a cui è dedicata gran parte della ricerca e la paternità dell’archetipo discusso nel Tomo I; entrambe le cantate sono interpretate dal mezzosoprano Lucia Cirillo e dai solisti del gruppo “I Barocchisti” (Cristiano Contadin, Alessandro Palmieri e Giangiacomo Pinardi), diretti dal Maestro Diego Fasolis.

EDIZIONI TORRE D'ORFEO - ROMA®, 2021

Prezzo dei due volumi € 180,00

Dalle Prefazioni:

Fin da principio l’intento era di ̋portare a Narni uno specimen del barocco romano ̏, cosa che avvenne idealmente ed anche fisicamente; oggi diremmo, per usare una locuzione propria del dibattito attuale in tema di beni culturali, in termini ʻimmaterialiʼ e ʻmaterialiʼ.

Questa idea trovò conferma, al tempo dell’impegno del cardinale Sacripante e del suo architetto di fiducia Nicola Michetti, nel recupero, sempre in Roma, dalla chiesa dei Santi Apostoli, in fase di profonda ristrutturazione, dell’altare di metà Seicento della Cappella di Sant’Antonio di Padova, opera eccellente e innovativa dell’architetto Carlo Rainaldi. Acquistata, smontata accuratamente e rimontata a Narni nella Cappella della Beata Lucia. […]

Dall’intero lavoro di ricerca emergono la complessità e le difficoltà che si nascondono dietro la bellezza acquietante delle opere compiute. Come detto, esse, se ben riuscite, sembrano a prima vista come nate di getto, nella loro perfezione ma, ad una più attenta analisi, certamente formale ma anche documentaria, lasciano comprendere ed anche ripercorrere la loro vita travagliata. Quel progettare e realizzare per continui aggiustamenti, ma cercando di mantenere la concezione originaria, nella ricerca spasmodica dei finanziamenti […] fino alla conseguente ricerca di appoggi e raccomandazioni a Roma. Tutti aspetti che innervano e condizionano, nei decenni,, l’impresa narnese.

Di ciò è resa una cronaca minuziosa e, come detto, documentatissima, incentrata sulle vicende economico-costruttive relative alla Cattedrale ed al suo arricchimento decorativo. Un regalo alla storia di Narni, alla sua cultura e la suo passato, visto anche in relazione a Roma com’è proprio di quella parte dell’Umbria che, salendo fino a Spoleto (si pensi alla conversione romana, urbanistica, architettonica e decorativa, del Duomo di quella città nella ricostruzione romanica di XII secolo e poi agli interventi berniniani del XVII secolo ed ancora dopo alla presenza di Giuseppe Valadier), guarda più al sud che a Perugia o Firenze.

(Giovanni Carbonara)

Popolata da numerosi dipinti, e con una interessante ̏ filiale̋ narnese, la collezione Sacripante ci si mostra nel suo spetto più squisito, quello di una collezione al passo con i tempi, una collezione di arte contemporanea. Contempla la presenza di pochi esemplari dei secoli precedenti e si concentra su quegli artisti che rappresentavano il ̋buon gusto ̏ imperante a Roma, quasi servisse ai Sacripante da lasciapassare, una sorta di patente di appartenenza ad un mondo culturale e politico che, nell’arte scaturita dall’Arcadia e dall’Accademia di San Luca, vedeva un calmo punto di arrivo dopo la furia barocca. […]

La lettura degli inventari dei Sacripante, qui per la prima volta messi in relazione tra loro e letti cronologicamente e diacronicamente, mostra come, ad apertura di secolo, l’adesione al gusto clementino fosse sposata dal cardinale Giuseppe nell’ambizione e orgoglio della sua attività collezionistica. Maratti e Gaulli, ma anche Trevisani, Chiari, Luti, Conca sono alcuni dei nomi di artisti che ritroviamo negli inventari e che sono spesso presenti con i bozzetti di quegli affreschi delle chiese di Roma e Narni dove il Sacripante interviene come committente e dove ancora oggi possiamo ascoltare la sua voce e quella della sua famiglia. […]

Un’opera ponderosa e generosa che, come raramente accade, offre a tutti spunti e materiali per futuri progetti di studio. Un volume che, per volontà del suo autore, viene inviato alle maggiori biblioteche per invitare ad addentrarsi nel viaggio e contribuire alla conoscenza di questo straordinario monumento. La conoscenza è la base stessa della salvaguardia e della tutela del territorio e quest’ultima prende una forma compiuta solo quando la prima ne delinea la strada, ne sostanzia l’azione. Questo volume, oltre alla sua intrinseca importanza, ci supporta nella fondamentale operazione a cui tutti, cittadini e studiosi, siamo chiamati a concorrere, conoscere per tutelare e tramandare al futuro.

(Federica Zalabra)


A-M Serie II

Miscellanee e atti di convegno

Maria Luisi (a cura di)

BEATA LUCIA DA NARNI.
ICONOGRAFIA E DRAMMATURGIA DELLA BEATIFICAZIONE
A-M, II, 1
Edizione moderna dell’Oratorio a quattro voci per la Beata Lucia da Narni (dalle Rime del Signor Gio. Battista Grappelli, Roma, Antonio de’ Rossi, 1697), trascrizione della inedita Cantata a tre voci in honore della B. Lucia di Narni (1711) e riscoperta dell’immagine canonica della beata, restaurata e restituita al pennello di Luigi Garzi.

ISBN 978-88-942306-5-9

Un volume in brossura di pp. 120, con illustrazioni a colori e b. e n. e Indice dei nomi. Contributi di: Roberto Stopponi, PresentazioneMaria Luisi, Prefazione Francesco Luisi, Iconografia della beatificazioneSimone Deturres, Note di restauroMaria Luisi, Drammaturgia della beatificazione.

EDIZIONI TORRE D'ORFEO - ROMA®, 2018

€ 23,00

Dalla Prefazione:

Questa piccola miscellanea, nasce dal desiderio di offrire i frutti di una ricerca avviata quasi per caso e approdata ad esiti sorprendenti. Il punto centrale dell’interesse era costituito inizialmente dallo studio di un oratorio dedicato alla Beata Lucia da Narni, opera rilevante assegnata alla paternità di Giovanni Battista Grappelli, una delle figure più eminenti della produzione drammaturgica spirituale tra Sei e Settecento. La ricerca riservava tuttavia grandi sorprese: ben presto emerse una Cantata drammatica del tutto sconosciuta, composta dal canonico Giuseppe Lolli per la Beata narnese e rappresenta in musica nel salone del palazzo vescovile in presenza dei canonici, del clero, dello stesso vescovo e dei notabili narnesi, nell’occasione delle celebrazioni per la beatificazione avviate a Narni nell’aprile del 1710. Era solo l’apertura di uno scenario: indagando nella cronaca coeva emergeva il racconto di quelle celebrazioni svolte in un arco di tempo di almeno un anno, in una successione di feste e di liturgie solenni che avevano per oggetto la presentazione ai fedeli dell’immagine canonica della Beata, espressamente voluta dal cardinale Giuseppe Sacripante. Gli esiti furono eclatanti specialmente a Narni, ma anche Viterbo e Ferrara si fecero teatro attivo di rigogliosi festeggiamenti. Nella città natale il Sacripante andava già pensando alla costruzione di una sontuosa cappella dedicata alla beata in San Giovenale che sarà terminata nel 1715; intanto si preoccupava di diffondere la sua immagine affidandone la realizzazione in varie copie al noto pittore Luigi Garzi […] Alla luce dei fatti si rendeva urgente lo studio di vari quadri fino a quel momento obliati o addirittura maltrattati. […] La beatificazione di suor Lucia Broccadelli segnò per Narni un tempo glorioso, ricco di cultura e di avvenimenti, molto aperto agli stimoli artistici provenienti dall’Urbe in materia architettonica, pittorica, drammaturgica e musicale. In queste pagine il fenomeno è presentato in forma di rievocazione teorica minimale. Ma dal canto suo la ricerca ha aperto in realtà nuove strade che configurano sviluppi fino a questo momento inimmaginabili: sia sul piano dell’iconografia e dello sviluppo artistico, sia su quello della drammaturgia musicale.


Maria Luisi (a cura di)

ICONOGRAFIA MUSICALE E DRAMMATURGIA PER IL RINVENIMENTO DI S. GIOVENALE A NARNI

A-M, II, 2

Opera miscellanea che tratta dell’«Inventione» (1642) e tumulazione (1649) dei sacri resti di san Giovenale, esamina la decorazione restaurata della cappella nel suo significato di musica ‘picta’ (1646) e affronta l’edizione moderna del S. Giovinale, drama tragieroicomico di Paolo Saracino (Roma, Francesco Moneta, 1657), sulla base di nuovi documenti d’archivio con esegesi, note, commenti e una relazione sul restauro.

ISBN 978-88-942306-4-2

Un volume in brossura di pp. XVIII + 310, ill. a colori e b. e n., Indice dei nomi.

EDIZIONI TORRE D'ORFEO - ROMA®, 2019

€ 35,00

Contributi di:

Luigi Carlini, Premessa

Don Sergio Rossini, Presentazione

Maria Grazia Bianco, Prefazione. Arte, musica, letteratura… e spiritualità: invito a guardare “oltre”

Maria Luisi, Introduzione

Francesco Luisi, L’Affaire S. Giovenale nel Seicento

Maria Luisi, Dal concertato in cappella il concerto della cupola

Simone Deturres, Il restauro della «Cappella di Corpo Santo»

Maria Luisi, Un Drama tragiheroicomico per San Giovenale

Roberto Stopponi, Postfazione. Con uno sguardo alla storia

Dalla Prefazione:

Iconografia, musicologia, drammaturgia al cui centro è san Giovenale impreziosiscono ancora oggi Narni: un orizzonte largo, molte ricchezze, bisognose di molteplici e precise competenze, di nicchia sarei portata a dire. In questo libro ci sono tutte, e si tratta di competenze varie legate da un unico interesse e da un amore condiviso, addirittura quasi patrimonio di famiglia, che si trasmette. Il lettore ha davanti a sé uno studio abitato di novità, condotto ad opera di più mani e di ̋mentȉ interconnesse che rendono vicina, si direbbe presente, la vita della citta di Narni nel Seicento, muovendosi con acribia nella lettura e nella consegna ai posteri di una documentazione vivacemente e piacevolmente esaminata. […] Nel volume, Narni è al centro dell’attenzione con tutto ciò che si compie per onorare il santo vescovo. La prima attività si raccoglie intorno alla scoperta dell’antica tumulazione e poi alla crescente cura e attenzione fino alla traslazione del Sacro Corpo nella cappella-sacrario-reliquiario e alla odierna opera di restauro […] Si presenta allo sguardo del lettore ciò che poteva essere per Narni la presenza del proprio patrono: mi fermo solo a suggerire di farsi accompagnare nella lettura dalla descrizione della piccola cupola interamente dipinta con una scena musicale (terminata nel 1646). […] La pittura raffigura un concerto angelico, perpetuo; non vi è rappresentato il Santo, ma alta è la significatività: «da una parte musici e cantori eseguono musica ʻconcertataʼ al di sopra delle sacre spoglie del Santo, dall’altra il Santo riposa cullato in eterno da dolci melodie cantate a più voci e accompagnate da strumenti».

Tutto manifesta che la cappella è espressione di recezione di spinte musicali e artistiche diverse, non solo espressione della cultura dell’ambiente. Narni si connota con la presenza degli stili affermati a Roma e importati dagli allievi dei maestri delle fabbriche e delle grandi cappelle dell’Urbe.


A-M Serie III

Quaderni

Francesco Luisi

DOMENICO GHIRLANDAIO. UN QUADRO, LA SUA MUSICA
Festa e danza nell'Incoronazione 'firmata' di Narni (ca. 1483)
A-M, Serie III, 1

Rivisitazione documentata della pala del Ghirlandaio, con osservazioni e proposte sull’iconografia musicale.

ISBN 978-88-942306-0-4
Edizione in carta patinata con molte illustrazioni a colori. Un volume di pp. 64, con Indice dei nomi
EDIZIONI TORRE D'ORFEO - ROMA®, 2016
€ 12,00



Dalla presentazione:

La pala realizzata da Domenico Ghirlandaio per la Chiesa di San Girolamo a Narni, ora collocata nel Museo Eroli della stessa città, ottiene con questo studio una peculiare valutazione sul piano dell’iconografia musicale e dell’iconologia. […] La presente ricerca può ritenere acquisiti nuovi dati decisivi riferibili alla paternità dell’opera, alla sua datazione, alla lettura in chiave musicologica e iconologica. […] Si tratta tuttavia di punti di arrivo che intendono solo segnare un percorso, una traiettoria su cui si dovrà muovere la futura ricerca nell’intento di offrire nuovi orizzonti alla lettura dell’articolata opera del Ghirlandaio. In tale percorso sembra aver avuto una definizione più che plausibile la realizzazione del “ballo dell’incoronazione” sulla cantilena gregoriana Veni electa mea richiamata a grandi lettere nella frangia del padiglione sorretto da angeli al di sopra della scena. Essa ha dato vita a esecuzioni in canto piano e “canto fratto”, in polifonia semplice e in “falso bordone”, per confluire in ritmi binari e ternari che realizzano il concertato vocale-strumentale minutamente esibito nella pala in accompagnamento alla danza. Quest’ultima è introdotta con movenze inconfondibili da due gruppi di angeli che entrano nel ballo da entrambi i lati della scena dell’Incoronazione. La registrazione della performance, realizzata dal gruppo di voci e strumenti antichi della Radiotelevisione Svizzera, sotto la direzione di Diego Fasolis, offrirà ora la corretta colonna sonora al visitatore della festosa ancona, in sintonia forse con le aspettative dell’autore che, spettatore seminascosto, si è autoritratto tra gli angeli musicanti in alto a sinistra.


Francesco Luisi

MICHELANGELO BRAIDI PITTORE A NARNI. CON BOTTEGA ALLA SCUOLA DI SIMONE DE MAGISTRIS 
A-M, III, 2

Rivalutazione dell’opera di Braidi e accertamento documentato dei suoi rapporti con Simone De Magistris e dell’incontro con il Padre filippino Giovenale Ancina, che gli dedicò una lauda con musica.

ISBN 978-88-942306-1-1

Un volume in brossura di pp. 56, con illustrazioni a colori e in b. e n. e con esempi musicali, Indice dei nomi, tavole f. t., appendici documentarie e musicali.

EDIZIONI TORRE D'ORFEO - ROMA®, 2017
€ 10,00




Dalla presentazione:

La breve vicenda artistica e umana di Braidi, un pittore giunto a Narni dallo stato sabaudo e vissuto solo trent’anni, è qui presentata con un dossier di documenti che intendono chiarire valutazioni e supposizioni contrastanti emerse negli ultimi quarant’anni. Gli atti ufficiali lo definiscono  ̋̋pittore di Narni ̋̋, quasi fosse una gloria locale affermata da lungo tempo; in realtà è un riconoscimento conquistato come pittore al servizio di mons. Romolo Cesi, già vescovo di Narni che, al tempo di Braidi, era abate commendatario della locale Abbazia di Sant’ Angelo in Massa. […] Gli sono attribuite con motivazioni stilistiche l’Allegoria francescana che realizzò per la chiesa di S. Francesco a Narni e La Madonna della cintola posta nella chiesa di Sant’Agostino pure a Narni.

Quest’ultimo quadro, in particolare, ha attirato l’attenzione del critico d’arte Vittorio Sgarbi che lo ha decisamente attribuito a Simone de Magistris, un noto pittore di Caldarola che ha dominato la scena marchigiana a cavallo tra il XVI e XVII secolo. […] L’autore di questo saggio, forte di una personale frequentazione delle opere di De Magistris, ha sempre considerato plausibili le conclusioni di Sgarbi basate sull’affinità dello stile, ma ha ritenuto infondata la supposizione secondo cui De Magistris sarebbe stato a Narni per realizzare l’opera. Per questo motivo ha intrapreso una ricerca approfondita d’archivio la quale, anziché provare il soggiorno di De Magistris, ha chiarito il rapporto tra i due pittori: dai documenti risulta chiaro che Braidi ebbe reali contatti con De Magistris al punto da essere suo collaboratore. […] Di qui è breve il passo che porta a riconoscere De Magistris in un quadro di Braidi, specie se l’allievo mostra tutti i requisiti per superare il maestro.


Francesco Luisi

BAROCCO, D'INCANTO IN CATTEDRALE, A NARNI

... in breve, quasi una guida

Sintesi dell'opera in due tomi BAROCCO D'INCANTO pubblicata da Edizioni Torre d'Orfeo-Roma®, Collana Artistica-Mente, I, 2

A-M, III, 3

ISBN 978-88-942306-9-7

Un fascicolo in carta patinata di pp. 48, con 32 figure a colori n. t., tabelle, bibliografia e indici.

EDIZIONI TORRE D'ORFEO - ROMA®, 2021

€ 5,00

Dalla Presentazione:

Il ̋barocco d’incanto ̏ della cattedrale di Narni, improvviso quanto incantevole, custodisce una storia fatalmente obliata dal tempo e dalla caducità della memoria, se non volutamente celata dietro apparati che ne privilegiano la primaria destinazione liturgica.

Ma l’apparente magniloquenza scenografica tradisce il linguaggio dell’arte che gli è proprio e che si pone come aspirazione del tempo, del gusto e del costume. Perciò è opera di genio. Vent’anni di ricerche archivistiche hanno svelato uno squarcio di storia che evidenzia l’operato encomiabile di uomini mai più ricordati, autentici Patres Patriae, che hanno attraversato tre generazioni tra il 1642 e il 1714. Alcuni appaiono come autentiche figure eroiche, elette dal Consiglio della città e dai priori alla guida di un progetto ambizioso d’arte e di bellezza: un’impresa civica, oltre che spirituale. Questi misconosciuti che ora hanno un nome (Pietro Gravita, Andrea Cardoli, Giovanni Bucciarelli) hanno condotto da Roma a Narni architetti, mastri scalpellini e preziosi manufatti, nell’intento di realizzare un altare con Confessione e ciborio emulo di quello realizzato in San Pietro a Roma da Maderno, Bernini e Borromini. Hanno portato avanti il lavoro fino al 1682 impegnando gli architetti Vincenzo Zaccarelli, Domenico Legendre, Giuseppe Paglia e Matthia De’ Rossi. Poi, esausti, si sono arresi all’evidenza di un esito che si rivelava irraggiungibile. Ma negli anni Novanta, un altro cittadino narnese elevato nel 1695 alla sacra porpora, il card. Giuseppe Sacripante, assunse l’impegno di portare a termine a proprie spese i lavori, occupandosene ininterrottamente fino alla morte (1727). E si spinse oltre: ottenuta la beatificazione (1710) della concittadina stimmatizzata suor Lucia Broccadelli, volle destinare al suo culto la cappella del transetto destro (1714). Cogliendo favorevoli congiunture e aiutato dal suo architetto di fiducia, Nicola Michetti, era riuscito ad acquistare (1711) e a portare a Narni un altare eretto da Carlo Rainaldi nel 1656 per la basilica dei SS. Apostoli in Roma, in quel momento sottoposta a lavori di riedificazione a causa di gravi cedimenti strutturali. Ma nessuno conobbe mai la provenienza del manufatto, né la paternità del sommo artefice, evidentemente per volontà dello stesso munifico cardinale protettore di Narni. Solo i documenti hanno potuto svelare la verità. Oggi la città può vantare in quell’altare la presenza di uno straordinario archetipo, opera di uno dei padri indiscussi del barocco romano. La cappella è anche dotata di un arredo iconografico di primissimo livello che esibisce opere di Francesco Trevisani e Luigi Garzi, autori prediletti del card. Sacripante, che scopriamo iniziatore di una ragguardevole collezione d’arte, continuata dai nipoti, di cui si dà notizia della consistenza, rilevata dagli antichi inventari dell’archivio di famiglia.